Il sistema di welfare, per come lo conosciamo, è strettamente dipendente dalla crescita economica: maggiore crescita significa maggiore occupazione e reddito, che garantiscono maggiori ricavi da tassazione e la possibilità di offrire servizi finanziati tramite questi ricavi. Questo circolo virtuoso, che si basa su un modello economico espansivo, ha generato nel dopoguerra un miglioramento significativo degli stili di vita, e ha permesso di ottenere un aumento dell’uguaglianza socioeconomica nell’economie occidentali. Tuttavia, questo modello di welfare sta entrando in una fase di crisi, dovuta alla sua crescente incapacità di limitare le disuguaglianze sociali e di affrontare la crisi climatica, anche quando gli impatti del riscaldamento globale stanno già mettendo a rischio l’incolumità dei cittadini e stanno già pesando sulle casse pubbliche.
Istituzioni come l’ONU, l’OCSE e l’UE scommettono ancora sulla potenzialità di questo modello di welfare, cercando di mitigare i suoi limiti attravers il paradigma della crescita verde. Secondo questo paradigma, tramite una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva sarebbe possibile aumentare il benessere materiale della popolazione e al tempo stesso contrastare il cambiamento climatico. Le tensioni tra questi due obiettivi, crescita e sostenibilità, affrontate a fondo nel dibattito scientifico, non vengono risolte in quello politico. Rimane un mistero come gli ambiziosi obiettivi climatici dell’Unione Europea, ad esempio, possano essere raggiunti aumentando al tempo stesso la crescita e la prosperità materiale.
Invece di seguire il mito della crescita verde, i sistemi di welfare dovrebbero fare i conti con la necessità di soddisfare i bisogni dei cittadini e contemporaneamente mantenere in salute gli ecosistemi. Per integrare le questioni ecologiche e sociali, nella letteratura viene utilizzato il concetto di welfare sostenibile e di politiche eco-sociali[1]. Il concetto di welfare sostenibile mira a ridefinire i concetti di bisogni e di benessere, in modo da rispettare i limiti planetari.
Se fino ad ora i sistemi di welfare si sono concentrati sull'obiettivo di generare e distribuire ricchezza nei paesi del nord globale, il paradigma di welfare sostenibile vuole rispondere ai bisogni di base di tutte le generazioni, del nord e del sud globale, presenti e future. Questo richiede una revisione dei concetti di bisogni, desideri e lussi, e una riduzione dei beni e servizi che non sono essenziali : la sostenibilità ambientale e la salute degli ecosistemi devono essere prioritizzate rispetto alla produzione e al consumo di quei beni che non rispondono ai bisogni di base. La definizione di “bisogno” e la distinzione tra ciò che è essenziale e ciò che è superfluo deve essere ottenuta tramite processi di democrazia partecipativa, come le assemblee cittadine. All’interno di queste assemblee, le decisioni dei cittadini devono essere supportate attraverso informazioni conoscenze e competenze di esperti e scienziati, secondo il modello proposto da Ian Gough[2]. La definizione di bisogni di base permette di identificare dei livelli di consumo che assicurino che tutti raggiungano un certo livello di benessere e che al tempo i limiti ecologici siano rispettati.
Tra le politiche eco-sociali previste nel paradigma del welfare sostenibile si trovano l’imposizione di sistemi di tassazione più progressivi di quelli attuali e l’individuazione di un tetto massimo al reddito e alla ricchezza. Inoltre, le politiche eco-sociali devono gestire le disuguaglianze e i conflitti che sorgeranno come conseguenza dell’adozione di politiche ambientali, quali ad esempio la tassazione indiretta di prodotti inquinanti.
Queste politiche mirano infatti ad affrontare il problema dell’ingiustizia climatica, cioè del fatto che le famiglie meno abbienti - e meno responsabili del cambiamento climatico - si trovano a sostenere le spese dovute alle politiche ambientali. Le politiche eco-sociali prevedono, oltre alle politiche fiscali, un nuovo modello di organizzazione vita-lavoro, con tagli agli orari lavorativi e l’introduzione di redditi incondizionati.
In breve, in un’economia post-crescita, un sistema di welfare che voglia essere davvero sostenibile, deve abbandonare l’obiettivo della crescita economica e creare le condizioni per soddisfare i bisogni di base di tutte le generazioni presenti e future, nel rispetto dei limiti planetari.
[1] Hirvilammi e Koch, 2020
[2] Gough, 2017
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