L’economia circolare funziona in un sistema che cresce?

L’economia circolare punta a ridurre i rifiuti, facendo rientrare nel sistema economico le risorse di scarto dei processi produttivi sotto forma di materie prime. Essa si può considerare un  modo per disaccoppiare la crescita economica dall’aumento del consumo di risorse e dalla produzione di rifiuti. Come spiega Federico Savini, professore associato all’Università di Amsterdam, in un'intervista rilasciata all’Associazione per la decrescita, il disaccoppiamento è un obiettivo irrealistico perché la crescita presuppone necessariamente un aumento dei consumi e della produzione e quindi delle materie prime utilizzate e dei rifiuti prodotti. Una crescita “dematerializzata” non può esistere nemmeno nel caso della produzione di dati e dell’economia digitale perché l’input di energia e di risorse necessario resta molto alto. Se l’economia circolare si inserisce in un sistema finalizzato alla crescita ed è concepito come un nuovo settore industriale, è inevitabile che richieda continui input di energia e materie prime (cioè dei i rifiuti stessi) e che conduca alla produzione di scarti, come la dissipazione di energia. Sviluppare questo settore, inoltre, richiederebbe investimenti economici e infrastrutturali che dovrebbero essere compensati da un aumento dei consumi e da una domanda stabile e di lunga durata.

L’unico modo per contribuire davvero a una riduzione dei rifiuti è scegliere di ridurre i consumi e la produzione, eliminando tutti i settori ad alto impatto ambientale che non soddisfano  bisogni essenziali né generano benessere per la  collettività. Il riciclo è importante perché in qualsiasi processo produttivo è impossibile ridurre a zero la produzione di rifiuti, ma non può non essere accompagnato  da un ridimensionamento di produzione e consumi e da un miglioramento della qualità dei consumi essenziali,   che comporti un aumento della durata dei prodotti e l'utilizzo  di materiali più facilmente riciclabili. Le politiche di economia circolare possono essere efficaci nel ridurre la quantità di materia ed energia che attraversa l’economia solo se l’aumento del tasso di riciclo si accompagna a una riduzione degli input.