Il piano democratico di Ultima Generazione e l’esempio di Cooperation Jackson

Decrescita · mercoledì, 10 apr 2024
Condividi

Partiamo dai successi della disobbedienza civile per l’uscita dal fossile, in Olanda, in Inghilterra, ma anche da quelli passati, risultato della carica delle suffragette, delle spinte anticolonialiste, dell’instancabilità del movimento Nero negli Stati Uniti.

Ci sono grandi interessi dietro all’industria del fossile, una lunga storia di colonizzazione attraverso il debito e l’espropriazione, che sono sempre stati finanziati dagli Stati sovrani, attraverso conflitti armati e l’investimento di fondi pubblici in guerre e sussidi ambientalmente dannosi. Eppure le aziende e gli Stati stanno cominciando a disinvestire sotto pressione proprio di queste azioni nonviolente.

I 2153 miliardari al mondo hanno più ricchezza dei 4,6 miliardi di persone che compongono il 60 per cento della popolazione del pianeta”. Non è un giornale di sinistra a caso a scriverlo, è il report 2020 di Oxfam, preparato in vista del World Economic Forum a Davos, Svizzera. Altri studi mostrano come durante la pandemia questa situazione sia addirittura peggiorata e come la ricchezza si sia concentrata ancora di più nelle mani di poche persone, mentre si diffondevano povertà e condizioni di vita precarie o misere. È imprescindibile, riconoscere questi rapporti di potere.

Ultima Generazione non è un movimento ambientalista, è un’organizzazione di resistenza civile per la giustizia sociale e ambientale, non solo climatica. Ha saldi valori ed una perfetta conoscenza dei temi e delle pratiche che la caratterizzano. È forse difficile far passare questo messaggio, quando siamo dipinte [1] come giovani eco-vandale, ma ad uno sguardo meno superficiale diventa chiaro a tutte che il nostro approccio è uno incentrato su cura e sogno, oltre che su l'esplicitazione del conflitto e del lutto.

Nasce, UG, dalla cultura rigenerativa di Extinction Rebellion, che affonda le sue radici nella sociocrazia e nella nonviolenza. L’idea è quella di aiutare la società ad uscire dall’immobilismo delle strutture di potere, che la stanno immancabilmente portando al collasso ecologico. L’azione diretta nonviolenta altro non è che uno sciopero dei treni un po’ più spettacolarizzato e rinnovato nel suo effetto mediatico, oltre che una classica azione di disturbo per rimettere alcuni diritti e alcune problematiche sotto agli occhi della cittadinanza, non solo di chi la rappresenta.

È anche un atto di coraggio, dal forte impatto emotivo e liberatorio, perché nell’intellettualizzare tutto stiamo ignorando l’allarme della crisi climatica, esattamente come descriveva Al Gore con le sue ranocchie, psicologicamente e somaticamente assopite in pentola, fino a bollire.

Capirete che l’allarme non è ingiustificato, anche se stiamo cercando nuovi metodi che siano meno rischiosi per i nostri corpi e in termini di conseguenze legali, che non tutte sono disposte ad affrontare. Sulla legittimità di queste conseguenze non mi dilungo, mi sembrano chiare le scelte politiche ad esse legate, mentre altre forme di protesta e manifestazione restano, per fortuna, impunite.

Il senso del praticare la disobbedienza civile nonviolenta è mettere in evidenza un inaccettabile potere corrotto e oppressivo. In contrasto e alternativa, Ultima Generazione propone innanzitutto un Fondo Riparazione, che reinvesta per esempio i sussidi oggi destinati all’industria bellica e ad altri settori dannosi per l’ambiente e le persone, in attivita’ che invece siano volte a garantire alla cittadinanza una riparazione costante e reale dei danni delle catastrofi naturali. Poi, c’è il piano democratico, quello che si ispira al britannico Humanity Project, un’ondata di assemblee popolari che possano sfociare in nuove istituzioni democratiche e in progetti di transizione.

Noi di Ultima Generazione stiamo organizzando assemblee popolari in tutta Italia, riunendo le persone per parlare di diversi temi e problematiche, e facilitiamo il dialogo, poiché la facilitazione è parte fondamentale della cultura della nostra comunità. L’idea è di promuovere assemblee popolari mentre diffondiamo informazioni su come aggiornare i nostri sistemi democratici, per esempio con le assemblee cittadine composte di persone sorteggiate in maniera rappresentativa della demografia locale. Questo significa che chi prende le decisioni non è qualcuno che è stato eletto dopo una costosa campagna elettorale, ma è piuttosto un regolare cittadino che rappresenta la propria categoria sociale (o le proprie categorie sociali) e che viene educato da esperti durante il processo assembleare. Le assemblee cittadine sono infatti facilitate e ben organizzate e hanno organi di controllo per la neutralità e il conflitto d’interessi, così come per rinforzare l’applicazione dei risultati dell’assemblea, cioè delle raccomandazioni dalla cittadinanza all’amministrazione.

Quello che speriamo è che assemblee popolari diffuse porteranno le persone a ri-organizzare i propri sistemi e a far partire progetti di transizioni verso economie diverse e verso una diversa amministrazione delle risorse. Il processo istituzionale è in corso, con un paio di tentativi di portare le assemblee cittadine in parlamento, mossi da Extinction Rebellion insieme ad alcune persone di Ultima Generazione, ma sembra che ai politici davvero non piacesse l’articolo della proposta di legge secondo cui le raccomandazioni cittadine dovrebbero essere accettate o almeno rigettate con una spiegazione valida. L’articolo è stato cancellato dalla proposta d’iniziativa parlamentare attualmente in scrutinio. C’è davvero bisogno di incentivare più consapevolezza su questo argomento e di farlo dal basso.

Un primo esempio che ispira il nostro piano democratico è quello di Cooperation Jackson, nel Mississipi. Una comunità che nonostante le oppressioni subite non perde la speranza e costruisce processi democratici, alternative economiche, fondi terrieri, progetti abitativi, cooperative di credito, opportunità educative e nuovi profili elettorali. La loro storia comincia con il “movimento dal basso Malcom X” (Malcom X Grassroot Movement) e con l’Assemblea Popolare di Jackson.

L’Assemblea Popolare di Jackson (APJ) è il prodotto della Coalizione di Soccorso al Disastro in Mississipi (MSDRC- Mississipi Disaster Relief Coalition) che era guidata dal MXGM (movimento dal basso Malcom X) nel 2005 sulla scia della devastazione che l’uragano Katrina ha provocato alle comunità della Costa del Golfo in Mississipi, Louisiana, Alabama e Texas. Tra il 2006 e il 2008, questa coalizione si è espansa e trasformata nell’APJ. Nel 2009, MXGM e l’APJ sono riuscite ad eleggere l’avvocato per i diritti umani e co-fondatore dell’MXGM Chokwe Lumumba come Consigliere cittadino a Jackson, in rappresentanza del quartiere n°2 - Ward 2.

Il Piano Jackson ha 3 componenti programmatiche fondamentali che sono progettate per costruire una base di massa con la chiarezza politica, la capacità organizzativa e l’autonomia materiale per portare avanti le richieste centrali del piano. Le 3 componenti programmatiche fondamentali sono:

• Costruire assemblee popolari

• Costruire una rete di candidati politici progressisti

• Costruire un’economia solidale ad ampia base

Ultima Generazione ha una storia e un’organizzazione diversa, ma i suoi valori sicuramente risuonano con quelli di Cooperation Jackson e i cammini di queste due organizzazioni stanno diventando sempre più simili da quando Ultima Generazione ha il tempo e le energie di dedicarsi anche al secondo pilastro fondamentale del proprio piano: non solo la resistenza civile, ma anche costruire la democrazia e la transizione. Con una forte spinta dal basso.

Anche le assemblee popolari nel modello avanzato dall’MXGM hanno una lunga e ricca storia di resistenza, ancorata nel Mississipi e nel Movimento di Liberazione Nera. Questo modello è concepito dai cerchi spirituali o di preghiera che venivano organizzati, spesso clandestinamente, dalle persone africane schiavizzate - per esprimere la loro umanità, costruire e sostenere comunità, fortificare il proprio spirito e organizzare resistenza. Questo veicolo ottenne espressione pubblica in Mississipi con l’organizzazione della Convenzione delle Persone Negre all’inizio della Ricostruzione americana per sviluppare programmi autonomi d’azione per realizzare la libertà come le persone Nere stesse lo desideravano e per determinare la loro relazione con il sindacato.

L’espressione del potere del popolo solcò i tempi, servì nelle comunità Nere in Mississipi come un mezzo della resistenza allo sfruttamento sistemico e al terrore della supremazia bianca, per esercitare ed estorcere un certo grado di autodeterminazione. L’ultima grande espressione di questo potere veicolante in Mississipi avvenne all’inizio del 1960. Fu stimolata da una campagna di resistenza coordinata organizzata da leader militanti locali come Medgar Evers che guidò le forze nazionali ed il coraggio delle organizzazioni come quella delle Studenti Nonviolente Organizzate (Student Non-Violent Coordinating Committee - SNCC) ed il Congresso dell’Equality Razziale (Congress of Racial Equality - CORE). Questa campagna creò lo spazio democratico necessario per le comunità Nere in Mississipi per organizzare da sé la resistenza all’oppressione con più efficacia.

Le ampie assemblee popolari su base partecipata erano la più comune forma di quest’autogestione, organizzazione. Una delle più memorabili conseguenze di quest’onda di assemblee popolari in Mississipi fu la creazione del Partito Democratico Libero del Mississipi, che mise alla prova i limiti concreti del Voting Rights Act e sfidò il controllo egemonico bianco sul Partito Democratico nello Stato del Mississippi e in tutto il Sud del Paese. È in questo retaggio delle assemblee popolari che l’MXGM si radica, un retaggio che incoraggiamo tutte a studiare, per aiutare a guidare questa pratica collettiva nel presente, per costruire un futuro migliore [2].

Ultima Generazione sta imparando anche da altri esempi, come il sopra menzionato Humanity Project. Le assemblee da cui parte il nostro piano sono tutte assemblee popolari, dal basso, e non istituzionalizzate. Non sono assemblee di cittadine e cittadini/u che – come si diceva prima - si riuniscono dopo un sorteggio, che hanno dei comitati di garanzia dell’imparzialità, dei comitati di esperti, non sono ufficialmente deliberatorie nel senso che non c’è necessariamente un dialogo con il Comune per chiedere che prenda in carico le proposte dell’assemblea. Noi di UG prepariamo ora assemblee in piazza, per parlare con le passanti e attirare l’attenzione diretta e mediatica, facciamo convogliare le assemblee in strada, anche come forma di azione diretta nonviolenta dall’immagine potentissima e difficilmente reprimibile. Organizziamo assemblee popolari di cittadine e altre realtà, che vengono invitate ad un evento logisticamente un po’ più impegnativo, in uno spazio forse chiuso, magari con flipchart e altri materiali per facilitare la discussione, oltre che un ordine del giorno più complesso.

Col tempo si potranno istituire assemblee permanenti locali e nazionali, che discutano una varieta’ piu’ ampia di temi, oltre che quelli piu’ urgenti e che funzionino sulla base di un mandato di progetto per le persone delegate o sulla base di un mandato di piano politico elaborato dal basso, nelle assemblee, che istituiscono ed eleggono le delegate. In alternativa o in parallelo si potranno formare assemblee le cui partecipanti vengano sorteggiate tramite associazioni specializzate, in base ad un metodo rappresentativo per raccogliere un campione della popolazione che sia il più diversificato e appunto rappresentativo possibile. Avvicinandosi al modello delle assemblee cittadine ma senza per forza farlo inserendo l’assemblea nello Statuto comunale come nel caso di Bologna, piuttosto seguendo l’esempio meno vincolabile dell’assemblea in corso ora a Trento con la collaborazione del Muse.

Nel tempo, magari in un paio d’anni cercheremo di cambiare i volti, le voci e le istanze dei percorsi elettorali, per rigenerare il territorio, l’economia, la salute, l’istruzione, il territorio del mare, i trasporti... una riforma della società talmente ampia da cambiare i sistemi giudiziari in sistemi più che riparatori e che aboliscano le carceri e le forze oppressive, che garantiscano davvero la sicurezza, con dei ministeri per missione, non per favorita concessione.

Se ti interessa partecipare a questo cammino, contattaci pure sui nostri canali o scrivi a [email protected] .


[1] In questo articolo uso per la maggior parte il femminile sovraesteso, come d’uso nella comunità di Ultima Generazione

[2] Buona parte del testo su Cooperation Jackson è una traduzione riadattata di questo articolo di Kali Akuno https://pressbooks.pub/jacksonrising/chapter/the-jackson-kush-plan-the-struggle-for-black-self-determination-and-economic-democracy/

Precedente
Comunità energetiche e decrescita
Successivo
Il potenziale dei Servizi di Base Universali

Registrati alla conferenza

La registrazione è necessaria solo per chi vuole partecipare di persona, l'accesso allo streaming dell'evento è libero.

Compila il modulo per assicurarti un posto in questo importante incontro. La tua partecipazione rappresenta un passo verso la trasformazione. Non perdere l’opportunità di essere parte di questo evento cruciale, dove ogni voce conta nel plasmare il futuro.

Nota: Se hai già effettuato l'iscrizione in precedenza, questa operazione non ti disiscriverà automaticamente. Per disiscriverti, potrai utilizzare il link fornito nelle email che ricevi.
Grazie per averci contattato! Ti risponderemo al più presto.
Grazie, la tua iscrizione è andata a buon fine!
Logo Beyond Growth Conference Italia 2024
Ti aspettiamo a Roma il
19 e 20 Aprile 2024
Beyond Growth Conference Italia · Some rights reserved.