Comunità energetiche e decrescita

Decrescita · martedì, 09 apr 2024
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Da alcuni anni, le comunità energetiche rinnovabili (CER) stanno attirando l’attenzione di amministrazioni, imprese, società civile e ricercator*. Anche il movimento della decrescita si è interessato al fenomeno, interrogandosi sui potenziali punti di incontro tra le esperienze concrete delle comunità energetiche e i principi della decrescita[1].

In primo luogo, di cosa si parla quando di parla di comunità energetiche rinnovabili?

Una CER è un “insieme di cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, le cooperative, gli enti di ricerca, gli enti religiosi, quelli del terzo settore e di protezione ambientale, che condividono l’energia elettrica rinnovabile prodotta da impianti nella disponibilità di uno o più soggetti associatisi alla comunità. In una CER l’energia elettrica rinnovabile può esser condivisa tra i diversi soggetti produttori e consumatori, localizzati all’interno di uno medesimo perimetro geografico, grazie all’impiego della rete nazionale di distribuzione di energia elettrica, che rende possibile la condivisione virtuale di tale energia.”[2]

Le esperienze delle CER si possono interpretare come espressione del fenomeno contemporaneo noto in sociologia con il nome di prosumerismo. Il prosumerismo descrive un’eliminazione dei confini tra il momento della produzione e quello del consumo, così come tra il soggetto produttore e consumatore. Il fenomeno, riscontrabile in diversi ambiti produttivi, genera forti dibattiti relativi alla sua potenzialità di opporsi alle dinamiche di produzione capitalista o al rischio di una sua cooptazione da parte del sistema.

È opportuno affrontare questo dibattito anche quando si parla di autoproduzione e consumo di energia. L’esperienza delle CER, infatti, non è omogenea: varia da modelli organizzativi più orientati al profitto (e al risparmio economico) individuale dei membri che ne fanno parte a modelli più orientati a generare beneficio collettivo a partecipazione attiva.

Per capire in che modo le CER possono essere funzionali alla decrescita, Magnani e Scotti propongono un’analisi che si articola su sei dimensioni.

1. Rilocalizzazione: le CER contribuiscono a rilocalizzare la produzione di energia. A differenza di quanto accade con i grandi fornitori, grazie alle CER, molte fasi del ciclo di vita dell’energia hanno luogo nella comunità locale. Questo contribuisce alla riduzione dell’impatto ambientali dovuta alla riduzione della distanza tra produzione e consumo.

2. Cambiamento modelli di business: le CER possono contribuire all’adozione di modelli di business alternativi non orientati alla crescita, basandosi su metodi di produzione collaborativa e forme organizzative cooperative.

3. Equità e democrazia: le CER hanno il potenziale di stimolare la partecipazione attiva di cittadini e cittadine tramite l’adozione di forme gestionali cooperative, grazie alle quali i membri di una CER possono influenzare tramite i propri voti i processi decisionali.

4. Consumo sostenibile e sufficienza energetica: la funzionalità delle CER per la decrescita deve essere misurata a fronte della loro possibilità non solo di soddisfare le richieste energetiche in maniera più efficiente, ma anche di ridurre la domanda di energia ad un livello tale che possa essere soddisfatta dalle risorse rinnovabili. Anche se le ricerche hanno mostrato che la preoccupazione per l’ambiente è un driver importante per l’adesione ai progetti CER, tuttavia è metodologicamente difficile definire la misura in cui la partecipazione alle comunità energetiche determini un cambiamento comportamentale verso la sostenibilità dei consumi. Nonostante queste difficoltà metodologiche, sembra esserci una correlazione tra i modelli di governance partecipativa e il grado di promozione di modelli di consumo più sostenibili.

5. Uso differente della tecnologia: le CER offrono un accesso decentralizzato e democratico all’energia, rafforzando l’autonomia (energetica) e spostando la produzione verso i bisogni locali. Al fine di soddisfare questi bisogni locali, le comunità energetiche rinnovabili possono influenzare il tipo di tecnologia dominante nel sistema energetico. Le CER spesso adottano tecnologie come il fotovoltaico, grazie ai costi relativamente ridotti e la facilità di installazione.

6. Senso di comunità: le CER possono rinforzare un’identità di gruppo e il senso di affiliazione sia all’organizzazione che alla comunità locale.

Secondo le sei categorie qui riportate, le CER offrono un grande potenziale per promuovere i principi e i valori della decrescita, ma perché questo potenziale sia realizzato, alcune condizioni devono essere rispettate. Infatti, non è detto che le CER adottino necessariamente sistemi organizzativi e modelli di business orientati alla decrescita. Inoltre, da un punto di vista di equità all’accesso delle CER, la letteratura mostra che i membri delle CER hanno in media delle caratteristiche sociodemografiche omogenee: uomini di mezza età con un buon livello di istruzione e redditi superiori alla media della popolazione. Donne, persone con background migratorio o appartenenti a ceti sociali meno abbienti partecipano con più difficoltà alle CER per mancanza di conoscenze, competenze e/o reddito. Dunque, le CER devono porre attenzione al rischio di escludere alcune categorie di persone e trovare modi di aumentare l’eterogeneità dei membri partecipanti. Devono evitare di incorrere nell’errore di feticizzare la tecnologia e andare oltre il paradigma della crescita e a modelli organizzativi che non mettono in discussione le gerarchie già esistenti.

Le CER, oggetto di interesse sia da parte dell* cittadin* sia di grandi imprese intenzionate ad investire nell’erogazione di servizi si trovano oggi a un bivio. Da un lato, possono proseguire il loro sviluppo futuro seguendo un approccio di modernizzazione ecologica, delineando un prosumer che sostanzialmente si inserisce in un contesto di vantaggi economici. In alternativa, possono percorrere una strada differente, seguendo un approccio diverso, basato sui principi della decrescita, combinando sistemi energetici a scala ridotta, con orientamento alla sufficienza e, potenzialmente, con forti elementi di democrazia e controllo locale, insieme a un approccio critico verso la tecnologia e il principio della crescita.


[1] Questo articolo è tratto dalla pubblicazione di Magnani N. & Scotti I.: Le comunità energetiche rinnovabili come nuove forme di prosumerismo tra modernizzazione ecologica e decrescita. https://quadernidelladecrescita.it/2024/01/01/le-comunita-energetiche-rinnovabili-come-nuove-forme-di-prosumerismo-tra-modernizzazione-ecologica-e-decrescita/

[2] Definizione tratta da https://www.mase.gov.it/sites/default/files/Le%20Comunita%CC%80%20Energetiche%20Rinnovabili%20-%20FAQ.pdf

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