Intervista con John Gussoni

Conferenza · sabato, 04 mag 2024
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Di Carlotta Paglia


Pubblichiamo qua sotto un’intervista con John Gussoni, attivista di Debt for Climate che ha partecipato alla seconda giornata della conferenza come panelist nella terza sessione, presentando gli obiettivi del movimento e discutendo della centralita’ del problema del debito per i paesi del Sud Globale.


Ci fai una breve presentazione di chi sei e cosa fai?

Sono John, di lavoro faccio l’insegnante, e scrivo anche articoli per il magazine online di Echoraffiche, un’associazione culturale che si occupa di raccontare un po’ il mondo dalla prospettiva dei giovani, o con una prospettiva tecnica o comunque di interesse su alcune tematiche, che possono essere tematiche locali, cioe’ principalmente bresciane, o tematiche di politica internazionale, psicologia, letteratura e cosi’ via. E in questo frangente ci stiamo occupando tra le tante altre cose anche di petrolio, quindi di tutte le questioni che riguardano il legame delle aziende petrolifere, soprattutto nostrane, ricalcando appunto il petrolio di Pasolini, e l’influenza di queste compagnie petrolifere su altri paesi, quindi da una prospettiva decoloniale. In realtà sono qua per presentare anche un altro movimento, debito per il clima, lo presentero’ nel terzo panel del pomeriggio, quello di decrescita e giustizia climatica. E parleremo di come i movimenti per la giustizia climatica si relazionano con i temi della decrescita e di come si puo’ rielaborare questa tematica e poi integrarla in un contesto di giustizia climatica.


Ci vuoi fare un introduzione di Debt for Climate?

Debt for Climate è un movimento transnazionale, guidato dai paesi del sud globale, infatti il logo ce lo dice chiaramente, abbiamo la mano formata dall’Africa e dal Sud America, che chiedono la cancellazione incondizionata del debito finanziario, che i paesi del sud globale, soprattutto le ex-colonie, hanno nei confronti delle istituzioni finanziarie del nord globale, quindi parliamo di Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, parliamo anche di creditori privati. Per quale motivo? Perché a causa del debito le ex-colonie sono mantenute in una relazione di sottomissione coloniale, per la quale sono costrette a estrarre risorse per poter ripagare un debito, pagamento che pero’ non verra’ mai esaurito, perché questo va a innescare un circolo vizioso che porta ad a una sempre maggiore amplificazione del debito, e quindi tiene sotto scacco quelli che sono i paesi del sud globale. E questo impedisce anche una vera crescita dei paesi del sud… rimanendo sulla tematica della decrescita. In più, oltre al debito finanziario, c’e’ anche la questione del debito climatico, perché viviamo in un periodo di forte cambiamento climatico, ma i paesi che ne subiscono maggiormente le conseguenze sono i paesi che ne hanno minore responsabilità. Quindi, i paesi del sud globale hanno un debito finanziario nei confronti del nord globale, il nord globale ha un debito climatico nei confronti del sud globale. Quindi, quello che si chiede e’ la cancellazione del debito, che e’ illegittimo, in alcuni casi addirittura illegale, e soprattutto si chiede anche un ripagamento di quello che e’ il debito climatico… queste sono le due istanze principali. In modo tale che i paesi del sud globale possano anche loro guidare una loro transizione ecologica, autonoma, con la quale poi possano svilupparsi, possiamo dire, anche se non e’ un termine adeguato, o comunque creare una loro transizione in base alle loro esigenze e alla loro volontà.


Vedi prospettive di alleanze o sinergie tra Debt for Climate e la decrescita?

Allora... si, poi diciamo, quello che vogliamo, almeno come capitolo italiano, più che creare la sigla che si allea… vogliamo portare anche questa tematica, della richiesta del debito, e condividerla con gli altri e far in modo che piu’ gruppi possibili facciano questa tematica propria… poi si, chiaramente, in un contesto anche di cambiamento climatico, la decrescita, come abbiamo detto stamattina e credo continueremo a dire per tutto il giorno, e` fondamentale. Anche qui, dovremmo chiarire qual e’ la prospettiva della decrescita, qualcuno l’ha gia’ detto stamattina, e chi deve decrescere, perche’ c'è chi cresce troppo e chi non cresce affatto, quindi anche qua dovremmo ragionare su chi deve fare cosa.


Parlando della giornata di oggi, cosa speri che possa accadere dopo questo evento?

Allora, dopo questo evento, innanzitutto speriamo che questa rete si amplifichi, che rimanga una rete solida, che riusciamo a mantenere contatti in un’ottica anche di creare qualcosa di un po’ piu’ strutturato, o comunque ridare vita al movimento per la giustizia climatica, che in Italia aveva anche preso un bel ritmo prima della pandemia, dopo si ‘e un po’ arrestato e ha fatto fatica a riprendersi, adesso si sta un po’ riprendendo. E ci si auspica che questo possa essere un evento innescante per poi poter continuare a lavorare sulle tematiche della decrescita, del debito, e su tutte quelle tematiche che riguardano il contesto piu’ ampio della giustizia climatica.


Credi che ci sia spazio a livello di dibattito pubblico e politico, per questi temi? E come dargli centralita’?

Allora non è molto semplice… immagino la fatica che abbiate fatto a portare la tematica della decrescita visto che il dibattito pubblico ‘e sempre spostato in direzione opposta, c'è il mito della crescita, che viene sempre rincorsa come obiettivo, anche se e’ qualcosa che ci porterà' anche non troppo lentamente, alla distruzione. Anche la tematica del debito, siamo consapevoli che non e’ proprio una tematica semplicissima, anche perché sono questioni che sono poco note, che anche noi europei viviamo poco. Le abbiamo vissute, in tempi relativamente recenti, per quello che riguarda la questione della crisi del 2008, Italia e Grecia hanno dovuto ristrutturare le loro spese pubbliche, per ripagare un debito. Quindi noi abbiamo avuto solo un piccolo assaggio di quello che i paesi del sud globale vivono da anni… quindi lo spazio potrebbe esserci, non sara’ semplice, perché anche banalmente non ‘e una tematica con la quale noi europei ci confrontiamo quotidianamente, come quella del cambiamento climatico. Noi adesso stiamo vivendo tutti i giorni questi sbalzi di temperatura che ci creano fastidio, e in alcuni casi creano anche problemi di salute, pero’ nonostante cio’, consapevoli del fatto che non sono tematiche cosi’ semplici, gia’ il fatto che se ne stia cominciando a parlare anche in un evento pubblico di una portata mediatica comunque discreta, puo’ far sperare. Comunque sono discorsi che all’interno dei movimenti stanno prendendo piede, e speriamo che diventino quotidiani.


Secondo te qual è la prima cosa da fare, a corto-medio termine, a livello strategico, e a quale tema credi si debba dare la priorità'?

Potrebbero essere cose interconnesse in realtà, perché la questione del debito crea un circolo vizioso di estrattivismo, di rincorsa della crescita, che però non arriva mai, e quello che invece sta arrivando ‘e una catastrofe climatica, anzi è già arrivata e sta diventando sempre piu forte, quindi… Una cosa non esclude l’altra e sono tutti fattori che sono interconnessi, quindi non c’e’ a parere mio, ma credo di parlare anche a nome del resto del movimento, non c'è una cosa che tra le due ha la priorità.


Qual 'è l'idea piu’ importante che ti porti a casa dalla giornata di oggi?

Fino adesso, ho molto apprezzato il primo tavolo, perché ha aperto delle prospettive nuove. Mi ha colpito molto il secondo intervento sul greenwashing, perché tutti, almeno noi che partecipiamo a questo tipo di eventi, siamo consapevoli di come avviene il green washing, però ci sono sempre più cose che si scoprono. Per esempio, ero consapevole che il WWF era un po’ una montatura, però non ero consapevole che fosse una montatura a questo livello, cioè sapevo che era greenwashing però non pensavo con così tanta vernice e con così tanto intonaco… E questi eventi mi piacciono perche’ spesso puo’ capitare, magari quando si va a eventi controculturali, di raccontarsi sempre le stesse cose, invece qua vedo novita’, dinamicita’, contenuti nuovi, Quindi secondo me questo è il punto forse di questa giornata, purtroppo non abbiamo potuto esserci ieri, però penso che il livello sia stato quello.


Ultima domanda, se ci fosse un altro evento sulla decrescita, parteciperesti, o pensi che DfC sarebbe interessata a partecipare, e credi che ci sia spazio per ulteriore coinvolgimento?

Allora, al momento le prospettive sono buone, quindi se la giornata di oggi dovesse continuare, penso che sarebbe qualcosa di molto utile e anche, perdonami la parola, produttivo.


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