di Carlotta Paglia
Il 19 e 20 aprile si è tenuta a Roma la conferenza Beyond Growth Conference Italia 2024, organizzata da Movimento per la Decrescita Felice (MDF), Associazione Decrescita, Welbeing Economy Alliance, Friends of the Earth Europe, Partners for a new economy e European Enviromental Bureau per riportare nel nostro parlamento nazionale temi e questioni emersi nell'evento tenutosi presso il Parlamento Europeo a Bruxelles nel maggio 2023. Uno spazio pensato per dare la possibilità ad attivisti, politici, associazioni, ONG, cittadini, di riunirsi e riflettere sulla necessità e le modalità attraverso cui mettere in atto una transizione verso un modello socio-economico valorialmente e culturalmente orientato al benessere delle persone anziché sulla crescita economica. L’interesse scaturito dalla prima conferenza europea Beyond Growth del maggio 2023 ha innescato un processo che ha portato all’organizzazione di altri eventi simili in vari paesi europei. Nei prossimi mesi infatti anche Austria, Danimarca, Irlanda e Francia ospiteranno conferenze sulla post-crescita. Per quanto ispirata all’omonimo evento di Bruxelles, la due-giorni romana del 19-20 aprile si e’ differenziata, per molti aspetti, dalla sua versione europea. La prima giornata si è aperta con la manifestazione indetta da Fridays for Future (FFF), in occasione dello sciopero globale per il clima del 19 aprile. La presenza di uno spezzone decrescentista nel corteo del mattino ha voluto essere un segno di solidarietà verso i FFF e di condivisione delle rivendicazioni dei giovani. Una priorità per gli organizzatori era infatti conferire all’evento un carattere partecipativo e per quanto possibile informale, che non si limitasse al coinvolgimento del mondo accademico e politico, ma che fosse aperto alla partecipazione attiva della cittadinanza. La volontà di non rimanere confinati tra le mura del Parlamento emerge anche dal nome dato alla seconda giornata, “Oltre la crescita e oltre il palazzo: Decrescita, trasformazione e movimenti sociali” che ha visto riunirsi rappresentanti di movimenti sociali attivi nell’ambito della giustizia climatica, ambientale e sociale, insieme ad accademici-attivisti e cittadini.
L'articolazione dell'evento nei due giorni il primo con politici e accademici e l'altro coi movimenti sociali ha ben espresso la tensione tra ambito teorico e istituzionale e impegno sul campo , che è di fatto una caratteristica del movimento della decrescita nelle sue varie configurazioni e posizioni geografiche, nonché la volontà di colmare questo divario da parte (di molti) dei suoi sostenitori. L’ambiente gioviale della mattinata del primo giorno in Piazza della Repubblica, con striscioni, musica, giovani liceali che reclamavano un cambio del sistema era certo molto diverso dall'ambiente più formale e istituzionale che abbiamo trovato in Parlamento, ma questo iato è stato stemperato un po’ quando, alla fine dei lavori del primo giorno, abbiamo concluso la giornata con un picnic improvvisato nel parco di fianco a Castel Sant’Angelo.
Riflettendo su queste contraddizioni, sorgono varie domande. Con l’entrata della decrescita nel Palazzo, ci si chiede se abbia un vero spazio, o se sia una presenza effimera, limitata alle poche ore dell’evento. E se davvero ha uno spazio, chi si fa promotore di essa all’interno delle mura parlamentari? E’ davvero uno spazio aperto e partecipato, o un mero esercizio formale di democrazia, da parte di politici, accademici, e di quei cittadini che hanno la possibilita’ (ed il privilegio) di poter dedicare un venerdì pomeriggio a partecipare ad una conferenza? Per cercare delle risposte alla prima domanda, viene spontaneo guardare al grado e alle modalità di partecipazione dei parlamentari all’evento. Da una parte l'onorevole Luana Zanella di Europa Verde ha partecipato attivamente alla realizzazione dell'evento, è stata presente per tutto il corso dei lavori e al termine ha dichiarato che si sarebbe impegnata a costruire un intergruppo parlamentare sulla post crescita/decrescita, cosa che era uno degli obiettivi fondamentali del convegno in Parlamento. A conclusione del panel vari interventi da parte del pubblico tra cui quello del co-portavoce dei giovani Verdi, hanno richiamato alla responsabilità politica di tradurre in provvedimenti concreti la volontà di cambiamento espressa durante la discussione.
Per quanto riguarda la possibilità di un'accoglienza delle istanze e delle proposte della decrescita in ambito parlamentare, auspichiamo si sia avviato un processo che possa portare all'avvio di un dialogo fecondo. E’ comunque importante da una parte continuare a monitorare nel corso del tempo la direzione politica e il mantenimento degli impegni presi, e d'altra parte approfondire la riflessione per giungere ad una formulazione delle proposte della decrescita che passi soprattutto attraverso processi democratici e partecipativi e che si concentri sulla desiderabilità sociale di queste ultime. Questa considerazione puo’ offrire degli spunti di riflessione per trovare una risposta alla seconda domanda, posta sopra, rispetto al grado di partecipatività e democraticità dei processi della decrescita e quella su quale sia il soggetto politico che può farsi fautore di una transizione eco-sociale che ci porti oltre il modello economico improntato sulla crescita.
Il tema della desiderabilità delle politiche della decrescita può essere identificato come uno dei punti focali della seconda giornata, che è stata denominata “Oltre la crescita, oltre il palazzo” proprio per indicare la volontà di inserire le discussioni svoltesi durante il pomeriggio in Parlamento nella realtà dei movimenti sociali, attori primari delle pratiche di transizioni eco-sociale. La giornata è stata ospitata dalla Città dell’Altra Economia (CAE) di Roma, un luogo di promozione di pratiche economiche a basso impatto ambientale e sociale che favoriscono l'equità rispetto al profitto ed alla crescita. In questo contesto, l’obiettivo è stato quello di creare uno spazio aperto a tutti, in particolare a realtà affini alla decrescita, al fine di creare sinergie, e rafforzare quelle gia’ esistenti, tra il movimento della decrescita e tutte quelle realtà impegnate nella lotta per la giustizia climatica, ambientale e sociale in un’ottica decoloniale, transfemminista e anti-capitalista.
Il ritrovo presso la Città dell’Altra Economia ha visto intrecciarsi realtà diverse ma accomunate da obiettivi simili. Dalla difesa dei beni comuni urbani di Napoli e di Roma a quelli rurali di Mondeggi, dalle lotte anti-estrattiviste sulle Alpi Apuane, alle alleanze transnazionali per il cancellamento del debito dei paesi del Sud Globale. Gli attivisti, portando esempi pratici delle proposte discusse a livello teorico durante la prima giornata, hanno raccontato il loro impegno nel farsi promotori di una visione di cambiamento, aggiungendo ciascuno un tassello fondamentale per la costruzione di un’economia e di una società oltre la crescita e improntata sulla cura. In questa seconda giornata è stata trattata una grande varietà di temi con relatori che provenivano da tutta Italia e anche dall'estero.
Le persone ottimiste forse concluderanno che, visto il grado di interesse e comunanza di obiettivi, le sinergie create si trasformeranno in una rete duratura di lotta per il cambiamento, e che la strada verso la transizione è aperta. Quelle pessimiste potrebbero facilmente ribattere che questo evento è stato una goccia nell’oceano, un oceano sempre più inquinato da posizioni neoliberiste, conservatrici, tecno-ottimistiche e che promuovono una società improntata sull’individualismo. La sfida che ci si presenta, dopo questa esperienza, è quindi quella di continuare ad alimentare l’energia e la sinergia generate, amplificando la portata ed il potenziale trasformativo, cosicché la decrescita possa contribuire al pluriverso di immaginari per una transizione eco-sociale e ad orientare le varie istanze presentate in questo senso.
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