Di Simone D’Amario
Considerare le proposte della decrescita economica può sollevare domande come: “quali potrebbero essere, fra 100 anni, i consumi di un mondo che ha scelto di decrescere?”, come sarebbero i consumi della popolazione Europea?
Una maniera per rispondere è utilizzare i modelli di macroeconomia, che possono simulare scenari durante lunghi periodi. Diverse ricerche scientifiche, negli ultimi 5 anni, hanno raccolto misurazioni con questo tipo di strumenti, opportunamente riformulati per concepire un’economia slegata dalla crescita infinita. I risultati vanno dall’energia (qui e qui), all’industria, al sistema di approvvigionamento alimentare, alle politiche sociali (lavoro, reddito, natalità), ai trasporti, agli stili di vita. Altre ricerche sono in fase di set-up dei modelli, come quelle sulla biodiversità.
Secondo l’Eurostat, nel 2023 le fonti di emissioni di gas serra in EU sono ripartite come in Figura 1. Nell’ordine, la maggior parte delle emissioni è dovuta a: manifattura (20.8%), attività casalinghe (19.9%), impianti per la produzione e distribuzione di energia (elettrica, gas, vapore) e aria condizionata (17.7%), agricoltura (13.9%) e trasporti/logistica (12.9%).
Figura 1: ripartizione delle fonti di emissioni serra in EU nel 2023
Le simulazioni sul consumo di energia possono apparire poco trasparenti, soprattutto perché non mostrano le conseguenze nei diversi settori. Quelle più circoscritte a segmenti di consumo specifici, invece, offrono scenari del mondo più pregnanti, e, in mancanza di modelli che includano tutti settori insieme, possono essere usati per formare una visione unica di un possibile futuro post-crescita. Questo assumendo che i risultati delle singole ricerche siano compatibili fra loro, e che non ci siano fenomeni sistemici che facciano variare le stime.
Di seguito vengono riportate simulazioni di riduzione dell’impatto per i soli settori della manifattura, dell’attività di produzione agricola e dei trasporti. Le simulazioni non considerano sempre e solo l’emissione di gas serra, e alcune di loro stimano anche altri parametri del footprint, come l’uso di risorse e di suolo.
Apparentemente non sono ancora state svolte simulazioni che applichino politiche dirette al controllo di produzione e consumo di beni manifatturieri. In letteratura, comunque, si trovano ricerche che simulano una riduzione dei consumi.
Uno studio su stili di vita alternativi in Francia all’interno del modello METANOIA, per esempio, stima che una propensione verso una società più egualitaria, orientata alla condivisione e alla località, genera una riduzione di produzione e consumo in diversi settori, ma quelli dell’industria e del commercio osservano riduzioni poco rilevanti. Inoltre, il modello non ottiene un comportamento lineare sull’andamento delle emissioni nel lungo periodo.
In un altro studio basato sul modello EUROGREEN, le misurazioni mostrano che uno scenario di decrescita che include una riduzione dello 0.07%/anno della propensione al consumo nel periodo 2020-2050, oltre a raggiungere più velocemente gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, rispetto agli altri scenari, come mostrato in Figura 2, è lo scenario che minimizza il coefficiente di Gini per le disparità di reddito.
Figura 2 - Emissioni di gas serra in quattro scenari simulati per la Francia. Scenario Baseline: continuazione delle politiche attive nel 2019; scenario Green growth GG, politiche: aumento dell’efficienza del lavoro e dell’energia, elettrificazione, carbon tax ; scenario PSE: come GG più assunzioni pubbliche programmate, riduzione delle ore di lavoro; scenario Degrowth: come PSE più riduzione progressiva dei consumi del 0.07%/anno, riduzione di -0.1% per l’export, tassa sui patrimoni.
Cibo
Alcune simulazioni su sistemi di approvvigionamento alimentare basate sul modello MAgPIE4 riportano che l’unica maniera per ottenere un impatto netto-0 di emissioni entro il 2100 è utilizzare, assieme ad altre politiche socio-economiche, la dieta formulata dalla Commissione Lancet (vedi Figura 3).
Figura 3: Emissioni globali in 6 differenti scenari. BAU: continuazione politiche attuali, GDP-CAP: tetto massimo al PIL mondiale; GDP-FAIR: distribuzione equa della ricchezza; EFF: tassa sulle emissioni; DIET: utilizzo della dieta Lancet su scala mondiale; TRANS: tutte le politiche precedenti
La dieta media di 2500 kcal/die prevede una maggioranza di prodotti di origine vegetale (cereali, legumi, frutta, verdura, semi oleosi, oli 2198 kcal/die), una parte di carne (bovina, suina, di pollo 92 kcal/die), uova (17 kcal/die), pesce (40 kcal/die), latte e derivati (153 kcal/die). In termini pratici questo si traduce in:
un consumo totale di carne pari a 3 fettine a settimana (310 g/sett),
una porzione di pesce a settimana (196 g/sett),
un bicchiere di latte al giorno (250 g/die),
2 porzioni di cereali al giorno (232 g/die),
3 porzioni di legumi al giorno (100 kcal/die),
4 cucchiai di olio di oliva al giorno (40 g/die),
1 porzione di frutta al giorno (200 g/die) e
5 porzioni di verdura al giorno (500 g/die)
Trasporti
Da una ricerca basata su simulazioni con il modello MEDEAS-W possiamo immaginare l’aspetto del sistema trasporti su tutti i media (terra, acqua e aria) e settori (es. domestico, industriale, militare, ecc) in diversi scenari. Secondo i calcoli, mostrati in Figura 4, lo scenario che permette di raggiungere l’obiettivo di 2GtCO2e (2 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente) entro il 2050, di seguito indicato con Degrowth, è quello che prevede:
sostituzione del 88% delle auto domestiche con mezzi elettrici a due ruote (60%), e-bike (20%), mezzi senza motore (8%)
il 30% dei mezzi pesanti sono sostituiti con trasporto ferroviario
il restante 70% dei mezzi pesanti usano carburanti liquidi a impatto 0 (es. idrogeno verde)
gli spostamenti per terra e acqua sono ridotti del 60%
gli spostamenti via aria sono ridotti del 85%
Figura 4: livello di emissioni globali di CO2 equivalenti al variare del tempo in una simulazione. Linee: Current trends: economia segue il corso attuale; EV: tutti i mezzi domestici sono elettrici, e l’80% dei mezzi pesanti sono ibridi; E-bike: come lo scenario Degrowth ma senza riduzione (rispettivamente del 60% e 85%) di trasporti via terra/acqua e aria; Degrowth: descritto sopra
La simulazione utilizza le batterie al litio come tecnologia per l’elettrificazione.
Da questa rapida e sicuramente limitata disamina, appare chiaro come e quanto i settori del trasporto e dell’agricoltura possano giocare un ruolo determinante nelle politiche della decrescita. Purtroppo, il settore manifatturiero, pur avendo l’impronta ecologica maggiore, non sembra aver ricevuto attenzione nell’ambito scientifico delle simulazioni. E’ auspicabile allora un suo sviluppo nel prossimo futuro, che mostri possibilmente quali categorie di beni manifatturieri possono decrescere maggiormente, pur mantenendo una qualità della vita soddisfacente.
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